Il colore soprattutto, forse ancor più del disegno, è una liberazione.
(Henri-Emile Matisse)
Chi sono

Ho origini esclusivamente Latine, ma sono nata e cresciuta fino ai 24 anni in Argentina, per poi trasferirmi in Italia. L'arte mi ha accompagnato tutta la vita. Sono architetto e designer come professione, e ho fatto ceramica, canto, teatro di improvvisazione e ovviamente pittura!
E' stato un incontro folgorante nel 2001 con le opere di Mark Rothko quando ho deciso di iniziare la mia ricerca sui colori che mi ha portato qui, alla mia vita di artista. Una vita piena, che mi permette di entrare in contatto con me e con gli altri attraverso i miei lavori. Dipingo principalmente in espressionismo astratto, che è solo un modo elegante per dire che uso la pittura per comunicare ciò per cui potrei non avere parole ...

Mi piacerebbe che tutti provassero la esperienza di lasciarsi guidare dai propri gesti, dai colori, dai pennelli! E’ un esercizio talmente forte e liberatorio che porta ad un profondo benessere, che permette di entrare in sintonia con se stessi e con il mondo. Ed è ciò che cerco di trasmettere con il mio lavoro.
Le mie opere sono presenti in diverse collezioni private in Francia, Spagna, Argentina, USA, Cile, Portogallo, Cina, Inghilterra, Svezia, Italia e nelle seguenti gallerie internazionali online dove possono essere acquistate direttamente: Saatchiart, Artmajeur e Singulart, oppure presso il mio atelier, la Galleria SATURA di Genova e la Galleria Thomson di Zug, Svizzera.




Dicono di me
Thia Path: musicista dei colori
Se per Andrea Benelli, pianista e compositore straordinario, virtuoso, espressivo e trascinante, è stata coniata la definizione di “pittore dei suoni”, per analogia, si potrebbe definire Thia Path “musicista dei colori”.
Colori che tessono infinite trame cromatiche, che cantano l'esistenza nelle sue molteplici dimensioni esperienziali, emotive, sentimentali, e, per lo più – evviva! finalmente! - nella coloritura della gioia, del piacere di vivere, dell'estasi che pochi sanno trarre dalle piccole cose, dai minimi eventi quotidiani: tranne i bambini. E la bambina interiore di Thia l'ha guidata a trovare la vera dimensione espressiva di sé: in un attimo e nell'eterno presente ha dato voce e suono e canto alla pienezza della gioia di esistere - come in Sogno andino e in Pronta per la sfilata... - anche quando percorre temi e personaggi un po' foschi e oscuri, figure d'ombra – come in Aspetta! e In manus tuas - generalmente riscattate dall'uso, in vece dei grigi e del nero, del viola, il colore della spiritualità.
Vetrate, sembrano di primo acchito, vetrate di cattedrali, pur nella loro dimensione minima, perché la luce proviene generalmente dal fondo, “da fuori” - come testimoniano Buone nuove e Giochiamo? - e attraversa le trame più scure di colore e disegno in primo piano. Una luminosità non certo immemore dei luoghi visitati, ma intrisa, innanzi e soprattutto, di felicità cromatica sudamericana, con prevalenza di rossi, arancioni e gialli, che squillano come note “argentine” sui suoni più cupi e gravi dei verdi, degli azzurri, dei blu, dei viola.
Le sue sono immagini apparentemente infantili, talora con assonanze picassiane, che esprimono una percezione ancora pura e insieme fabulistica dell'esistenza. Eppure, nel vorticare delle linee dei disegni - talora grosse e piene, incisive, a pennello, generalmente nere; talaltra sottili e rapide, nervose e sicure, come tracciate da un fascio di luce, gialle o bianche – avviene una trasformazione che privilegia la verità del reale, della quale solo l'adulto può assumersi appieno la responsabilità della restituzione.
Ben oltre gli amori/interessi, limpidamente dichiarati, per Rothko e Klee, il climax poetico di Thia Path fa risuonare anche, pur se a debita distanza, i disegni e le incisioni di Emanuele Luzzati, per l'estrema varietà delle note musicali – non certo e non più solo 7, ma 14, e meglio: 21, 28 ... 49 … - e gli striduli personaggi, bambini ed animali soprattutto, felicemente colorati, che popolano la più recente produzione di Gianfranco Asveri.
Un'opera aperta, dunque, quella di Thia Path, che induce ad attenderne con fiducia e con gioia gli sviluppi.
Sergio Signorini
Quotidiano Libertà, Piacenza, 7 gennaio 2021
